La Storia
Il Sacro Eremo di Montesenario Dalla Fondazione a Oggi
La rinascita di Monte Senario (1404-1525 ca.)
Segue un periodo di oscurità e decadimento fino al 1404, quando il capitolo generale di Ferrara decide il restauro materiale e spirituale di Monte Senario. Priore è nominato fra Antonio da Siena, indicato dallo storico dell’Ordine, Arcangelo Giani, come «personalità veneranda per stile di vita e impegno religioso e desideroso di vita solitaria» (Annales OSM, I, p. 369). Fra Antonio sale sul Monte insieme a un altro frate, per recuperare la vita santa degli antichi padri; a lui, come a «maestro di vita solitaria», si aggregano altri frati, in maggioranza fiorentini o toscani, ma anche provenienti dall’Umbria, dall’Emilia, dalla Lombardia.
La ripresa della vita eremitica sul Senario fu sostenuta dal convento della Ss. Annunziata di Firenze, sempre generoso di aiuti e sovvenzioni, secondo le proprie possibilità.
In questi anni si procede al restauro e all’ampliamento degli edifici. La nuova chiesa è orientata diversamente dall’antico oratorio, al cui muro destro si appoggia ora l’abside quadrilatera. Contributi rilevanti furono dati da Ugo Della Stufa;questi, però, morì nel 1420 circa, lasciando «in somma indigenza» la comunità che solo dopo vari anni riuscì a portare a termine i lavori iniziati
Il 2 novembre 1421 muore fra Antonio da Siena e con lui si chiude un periodo della storia di Monte Senario. Nel 1427 il popolo di Bivigliano dona ai frati parte del bosco con la fonte detta di san Filippo.
Nuovi frati, giunti a Monte Senario tra il 1425 e il 1427 – si stabiliscono al di là dell’Appennino negli antichi conventi di S. Ansano di Brento, di S. Margherita di Barbiano, e poi a S. Salvatore presso Modena. Cercano una vita contemplativa e povera, ma anche aperta all’inserimento tra la gente soprattutto con la predicazione. Nel 1430 a Brescia si ottiene il convento di S. Alessandro, appartenuto già ai canonici regolari di sant’Agostino. È la nascita dell’Osservanza dei Servi, sostenuta dal priore generale Nicolò da Perugia (1427-1461) e favorita dal papa Eugenio IV (1431-1447) che nel 1440 la dichiara esente da qualsiasi autorità dell’Ordine, eccetto quella del priore generale. Alla congregazione dell’Osservanza saranno forzatamente uniti anche il venerando convento della Ss. Annunziata di Firenze e l’eremo di Monte Senario: il convento fiorentino ne uscirà abbastanza presto nel 1447; Monte Senario dovrà attendere fino al 1473 per riacquistare la libertà e la purezza della originaria ispirazione eremitica.
Fino al 1525 «uomini virtuosissimi» continuavano a restare fedeli «all’autentica disciplina e alle solitudini del Senario» (Annales, II, p. 40).Questo stile di vita, però, era messo in crisi da una serie di terremoti che, negli anni 1526-1529, sconvolsero la regione del Mugello. Nel 1529 «il nostro Senario» appariva gravemente «sconquassato», e la vita osservante, conservatasi per tanti anni, cominciava a venir meno per la partenza dei padri (Annales OSM, II, p. 91). Nel capitolo generale di Siena del 1533 il priore generale fra Girolamo da Lucca lanciava un appello accorato. Il degrado di Monte Senario tuttavia si faceva sempre più grave. Nel 1580 vi dimoravano due frati e poi ve ne restò uno solo, fra Basilio Ciappini, nativo di Bivigliano.
Pur nella sua rovina, Monte Senario non aveva smarrito il suo valore per l’Ordine. Ne fa fede una testimonianza significativa di quegli anni, l’affresco della Cena nella casa del fariseo, eseguito da Santi di Tito tra l’agosto 1572 e novembre 1573 nel refettorio della Ss. Annunziata. L’opera fu voluta dal priore del convento fiorentino, fra Michele Poccianti, l’iniziatore di una nuova storiografia che cercava di cogliere nelle origini dell’Ordine i germi di un rinnovamento per il presente.
Nello sfondo dell’affresco si vedono a destra la chiesa e il convento della Ss. Annunziata di Firenze, emanazione e insieme sostegno del Senario, e a sinistra il convento di S. Marcello a Roma, sede del priore generale, dell’autorità cioè che assume i progetti di riforma e vi dà stabilità giuridica. Al centro, in posizione preminente ed emblematica, Monte Senario: sul davanti una grande croce, più indietro i Sette che ricevono l’abito dalla Vergine, e sulla sommità gli edifici conventuali: la facciata della chiesa a capanna, con occhio centrale e il portale sormontato da una piccola tettoia; a destra un muro che si protende sul sagrato come a difendere la chiesa dall’impeto dei venti; a sinistra un portale che introduce direttamente nel chiostro; davanti al convento un porticato e a sinistra il piccolo edificio della foresteria. Così doveva apparire il Monte ai primi eremiti che vi fecero ritorno nel 1593.
Un’analoga raffigurazione ritorna in un disegno di Monte Senario, eseguito tra il 1594 e il 1598 e conservato nell’Archivio di Stato di Firenze. La facciata del convento ha un porticato rinascimentale e fa angolo, a sinistra, con la chiesa e, a destra, con un piccolo edificio, probabilmente la foresteria.
L’avvio del restauro materiale di Monte Senario – premessa necessaria per la sua ripresa spirituale – fu determinato dall’incontro tra l’entusiasmo del granduca Ferdinando I Medici (1587-1609) e la volontà riformatrice di fra Lelio Baglioni, priore generale dal 1590 al 1597. Il Baglioni si rivolse a fra Bernardino Ricciolini (1560 circa-1623), che si trovava allora nel convento della Madonna del Sasso, poco distante dal Senario, dopo aver trascorso un periodo di circa due anni a Camaldoli, da cui era dovuto uscire per motivi di salute. Come il Ricciolini stesso racconta nella cronaca da lui iniziata nel 1593 (Vera e certa origine del principio dell’Eremo di Monte Senario) diffondendosi la voce della rinascita del monte, gli iscritti della compagnia della Madonna del Sasso, il 19 aprile, lunedì di Pasqua, del 1593, decisero di recarsi processionalmente al Senario, portando un Crocifisso dipinto su legno, opera giovanile di Francesco Curradi (1570-1661 c.), visibile ancora nel 1763 nel noviziato dell’Eremo. Il Curradi dipinse crocifissi simili, di dimensioni più ridotte, per le celle degli eremiti- e crocifissi più piccoli che l’eremita poneva sul petto durante il riposo notturno.
Papa Clemente VIII approva nel 1593 l’istituzione del «Sacro Eremo dell’Ordine di Monte Senario», dove si osserva un regime penitenziale austero (astinenza perpetua dalla carne; sono ammessi solo uova e latticini; digiuno il lunedì, il mercoledì e il venerdì di tutto l’anno) e una perfetta comunione dei beni, espressione di «un cuore solo e un’anima sola nel Signore secondo la regola del beato Agostino che gli eremiti professano».
Nella cronaca del Ricciolini è possibile seguire l’andamento dei lavori che iniziarono dalla chiesa nel luglio 1594, procedendo a ritmo sostenuto con la partecipazione degli stessi eremiti. Generosi anche l’aiuto e la collaborazione degli abitanti dei luoghi vicini. In poco più di tre mesi il grosso del restauro poteva dirsi concluso.
L’inizio ufficiale della vita eremitica fu fissata dal Baglioni per la festa dell’Assunta, 15 agosto 1595. Il giorno della vigilia il generale distribuì l’abito a tutti gli eremiti: tonaca di panno grosso, cappuccio e scapolare del medesimo panno, e il mantello eremitico che doveva essere portato in coro, nelle processioni, in refettorio e quando si va in giro.
Altri lavori in chiesa e in convento saranno eseguiti negli anni successivi. Nel 1607, ancora con l’aiuto del granduca, inizia la costruzione della cisterna, completata solo nel 1621.
Il 21 settembre 1621 la chiesa, interamente ricostruita, fu consacrata dall’arcivescovo di Firenze Alessandro Marzi-Medici e dedicata all’Assunta.
Nel 1609 erano state approvate da parte del capitolo generale dell’Ordine le costituzioni proprie degli eremiti di Monte Senario, stampate nel 1613
Nel 1614 partirono per Innsbruck quattro eremiti, richiesti da Anna Caterina Gonzaga arciduchessa d’Austria per la fondazione di un convento in quella città. È il preludio della nascita dell’Osservanza germanica dei Servi.
Nel 1617 il Ricciolini fonda l’eremo di Montevirginio (presso il lago di Bracciano), senza riuscire però a dargli stabilità (qui morirà il 21 marzo 1623). Nello stesso anno gli eremiti di Monte Senario ricevono a Roma presso il palazzo papale del Quirinale una luogo per propria ospitalità. Nel 1627 Urbano VIII unisce una comunità eremitica di San Giorgio in Lunigiana a Monte Senario. Nel 1636 si avviano le fondazioni degli eremi della Tolfa (Lazio): eremo di Cibona (o Monteurbano) ed eremo di Monterano. Quattro eremi, quindi, che formano una congregazione eremitica, pur restando autonomi e dipendenti dal priore generale dell’Ordine.
Il 4 aprile 1717, in seguito a nuovi lavori, la chiesa di Monte Senario fu consacrata da Francesco M. Poggi, Servo di Maria, vescovo di San Miniato, e dedicata alla Vergine Addolorata – il cui culto durante il Seicento aveva assunto una centralità sempre maggiore – e a san Filippo Benizi.
Nel 1778/1779 per volontà del granduca di Toscana Pietro Leopoldo l’eremo di Monte Senario è soppresso. Il priore generale fra Sostegno Fassini (1774-1780) deve piegarsi all’autorità dello Stato.
Nel 1866, con le leggi italiane di soppressione degli enti religiosi, il convento di Monte Senario, che fa parte ora della Provincia di Toscana, viene requisito, insieme alla proprietà, dal demanio. L’anno seguente i frati devono forzatamente lasciare il convento, che tre anni dopo (1870) sarà riscattato da parte della comunità della Ss. Annunziata con il pagamento di lire 16.800 e l’accensione di un debito pari a lire 220.800 dell’epoca. Si riuscirà a saldare il debito nel 1880.
Nel 1919 viene effettuato il primo impianto di luce elettrica
Il 15 gennaio 1918 il papa Benedetto XV, con la lettera apostolica In Senario Monte, elevò la chiesa di Monte Senario a basilica minore.
Nel 1989 il capitolo generale di Ariccia (Roma) decide il passaggio del convento di Monte Senario sotto la diretta giurisdizione del priore generale. È stato così ripreso l’ideale che ispirò la fondazione dell’eremo alla fine del Cinquecento. Si legge infatti nel Libro IX, capitolo V di alcune Memorie del 1760:
«La Congregazione Eremitica del Monte Senario, che il principio suo ebbe in quel S. Monte, non ad altro fine fu stabilita, se non per ritrovare ivi il primiero fervore, di cui ripieni erano quei 7 Eroi che l’Ordine dei Servi fondarono, ivi dico e non altrove, perché non fu mai pensiero di quei primi riformatori di propagare quella stretta osservanza in altre parti. Che se poi coll’andar del tempo fu dilatata come al presente si trova, non per questo cessò essa di godere quei privilegi, che concessi le furono da Sommi Pontefici, allorché al solo Eremo di Monte Senario restringevasi. Vollero essi come apparisce dai Brevi emanati in favor della fondazione e stabilimento di detta Congregazione, che l’Eremo del Senario e i suoi alunni al solo Generale dell’Ordine soggetti fossero, e questo soltanto per loro supremo pastore riconoscessero».
Nel 2001 il Capitolo generale, che si raduna nuovamente ad Ariccia, dichiara Monte Senario «patria spirituale di tutto l’Ordine», dove tutte le componenti della famiglia dei Servi (frati, monache, suore, fraternità laiche) possono partecipare a una «forte esperienza di vita spirituale e fraterna».
Dall’agosto 2010 all’agosto 2011 Monte Senario è stato anche sede del noviziato internazionale.